“Come Rete della Conoscenza, aderiamo convintamente a Fridays for Peace riconoscendo nel pacifismo un tratto fondamentale di un movimento per la giustizia climatica e ambientale. L’Europa sta restando a guardare mentre a poche centinaia di chilometri si sta consumando una tragedia di cui è corresponsabile. Il nostro Paese ha esportato armi alla Turchia per centinaia di milioni di euro e ancora oggi continua a fornire a Erdogan le stesse armi con cui questi sta massacrando la popolazione curda. Serve un’inversione di tendenza radicale: stop alle spese militari, stop all’acquisto di F35 e all’export di armi, servono finanziamenti per la riconversione ecologica, l’istruzione, il welfare e il lavoro”.
Lo afferma Giacomo Cossu, coordinatore nazionale di Rete della Conoscenza. “A partire dalle scuole e dalle università vogliamo costruire una cultura di pace e di solidarietà. In tutta Italia stiamo facendo prendere posizione agli atenei contro questa guerra, fino ad oggi abbiamo spinto alcune tra le più importanti università del Paese a schierarsi dalla parte della popolazione curda”, dichiara Camilla Guarino, coordinatrice di Link Coordinamento Universitario.
I senati accademici de La Sapienza, dell’Università e del Politecnico di Torino e dell’Università di Bari hanno approvato le mozioni di condanna all’aggressione turca ai danni del Rojava; nei prossimi giorni si esprimeranno decine di atenei a partire da Padova, Bologna, Catania, Lecce.
“Nelle scuole già in questi giorni stiamo prendendo posizione non solo in difesa del Rojava ma contro ogni forma di guerra e di sopruso dei popoli. L’8 Novembre scenderemo in piazza come studentesse e studenti da tutta Italia con lo slogan “Change the School to Change the System” ed i nostri cortei per costruire una scuola del futuro si apriranno proprio con azioni di condanna all’aggressione turca: siamo pronti ad occupare anche le nostre scuole per resistere assieme ed immaginare una società del futuro, senza guerre di potere e senza disuguaglianze sociali: tutto il mondo della formazione deve schierarsi!”, concludono gli studenti.
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