Chef con la Sla vittima di truffa: “Cascati in tranello” Cagliaripad

E’ diventato un caso internazionale la vicenda dello chef oristanese Paolo Palumbo, con i suoi 21 anni il più giovane malato di Sla in Europa, che aveva avviato una raccolta di fondi per poter accedere alla costosissima terapia innovativa Brainstorm in Israele. Dopo il padre Marco e il fratello Rosario, che ieri hanno denunciato di essere stati vittima di una truffa, oggi ha preso la parola il giovane chef sardo che, con un post su Facebook, ha voluto fornire la sua versione dei fatti e rassicurato i donatori che i soldi “se verranno spesi sarà solo ed esclusivamente” per la causa per cui sono stati versati.

“Il mio silenzio di questi giorni sui social è stato doveroso, ne ho lette di cotte e di crude, rimbalzando tra le definizioni di ‘truffatore’ e quelle che mi vedevano dare la colpa agli ‘haters’ per la delicatissima situazione in corso. Smentisco categoricamente, non sono un truffatore. In seguito al mio sciopero della fame, durante i primi giorni di aprile – spiega Paolo Palumbo – abbiamo ricevuto dalla Nunziatura Apostolica di Gerusalemme i contatti di due medici della clinica Hadassah (dove mi sarei sottoposto alla cura sperimentale). Uno di questi due contatti era il prof. Dimitrios Karussis. Il mio medico Vincenzo Mascia ha iniziato uno scambio di mail con lui, ricevendo però risposta da un indirizzo di posta alternativo all’originale (giustificato dall’interlocutore come indirizzo usato in seguito al crash della sua mail principale). Il 21 aprile arriva la specifica per ciò che riguarda la cifra da spendere per l’acquisto della terapia, il 24 (quindi solo dopo la notifica da parte del medico) è stata indetta la campagna di GoFundMe che tutti voi conoscete bene. Il 20 maggio mio fratello Rosario ha pubblicato un post in cui si faceva riferimento a una mail anonima che ci ha avvertito nei confronti di una persona che metteva in dubbio la nostra trasparenza. Quella stessa mail ci avvisava che con tutta probabilità quello stesso personaggio stava creando account fasulli per depistarci. E noi siamo cascati nel tranello. Quando abbiamo ricevuto una mail dal CEO della casa farmaceutica che produce il protocollo sperimentale, abbiamo dubitato immediatamente della sua autenticità – prosegue Palumbo – il 28 maggio arriva il fulmine a ciel sereno: un comunicato ufficiale sul sito della terapia si dissocia dalla mia campagna di raccolta fondi, sottolinea che non sono mai stato preso in considerazione per il trattamento sperimentale ed afferma di aver avuto difficoltà a mettersi in contatto con me. Ci siamo subito attivati per fare ordine in tutto il materiale a nostra disposizione. Il 30 maggio alcune persone si sono messe in contatto con il prof. Karussis, che nega di aver mai preso parte alla vicenda, confermando che tutte le mail da noi ricevute nel giro di 40 giorni provenissero da un account falso. La campagna esiste ancora e i soldi non saranno toccati fino all’arrivo di notizie concrete sullo stato delle cose. Mi sono ritrovato vittima di qualcuno che si è preso gioco di me, delle mie condizioni e di tutte le persone che nutrivano una speranza in questa storia. In questo momento siamo in contatto con un avvocato di Tel Aviv e abbiamo un filo di comunicazione diretto con il personale reale della casa farmaceutica che produce il farmaco, che è stata dettagliatamente informata dei fatti e stiamo cercando di capire la miglior soluzione possibile. Voglio rassicurare tutti i donatori che hanno permesso alla campagna di arrivare all’incredibile cifra di 159.000 euro: i vostri soldi sono al sicuro, se verranno spesi sarà solo ed esclusivamente per la causa per cui li avete versati”.

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