“I fatti nuovi…sono tali da configurare, oltre al reato di diffamazione aggravata, anche quello di atti persecutori (c.d. stalking) e a invocare una reazione immediata dell’autorità giudiziaria, al fine di far cessare la condotta del sig. Pili, anche con l’adozione delle idonee misure cautelari reali e personali consentite dal nostro ordinamento”.
Così i legali dell’armatore Vincenzo Onorato, patron di Tirrenia, nella denuncia querela presentata al Tribunale di Milano per diffamazione aggravata contro l’ex deputato di Unidos Mauro Pili che ha pubblicato i documenti nella propria pagina facebook. Da tempo l’ex presidente della Regione è impegnato in una battaglia politica sui social contro Onorato e Tirrenia.
“Tutto mi sarei aspetto ma non certo la richiesta urgente ai magistrati di misure cautelari immediate e personali”, scrive Pili, “misure cautelari urgenti, dunque arresto. Onorato, nel richiedere una misura cautelare urgente nei miei confronti, invoca il reato di stalking. Sì, stalking! Quello che certi “uomini”, in teoria, riservano alle loro “amate”, quando respinti. Roba da non credere”.
Stando a Pili, Onorato avrebbe anche chiesto il sequestro della pagina facebook dell’ex presidente della giunta regionale. “Tra le innumerevoli richieste fatte ai giudici da Onorato ve n’è una che lascia sconcertati”, scrive Pili, “chiede il sequestro preventivo dei miei profili Facebook. Roba da regime totalitario con sequestro di ogni strumento di comunicazione, annientamento di diritti elementari e fondamentali come la libertà di espressione”.
Onorato accusa di Pili che “gode di notevole visibilità pubblica” di “aizzare le folle e soffiare odio e riprovazione”.
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