Marco Angius è di Settimo San Pietro, ha quarant’anni ed è uno delle centinaia di lavoratori portuali disperati: “Lavoro per l’Iterc, ho fatto periodi di cassa integrazione e di contratti di solidarietà, sono full time ma non prendo lo stipendio intero da ormai due anni. Attualmente abbiamo richiesto una nuova cassa integrazione straordinaria per altri sette mesi, sperando che nel frattempo la situazione si risolva e il porto riparta”. Sposato, una figlia di sette mesi “e un mutuo da pagare, anche se è comunque meno di un affitto”. Lì al porto tira aria di crisi, e Angius lo sa benissimo: “Spero che una struttura simile venga tenuta in piedi e non abbandonata, sennò sarò costretto a partire fuori perchè non si può vivere senza uno stipendio e il mio è l’unico che entra in casa”.
Lancia un appello alla politica, il quarantenne: “Salvini e Di Maio ci hanno incontrato, chiedo il loro aiuto per farci andare avanti e far ripartire questo porto, è strategico come Malta”.
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