Un assegno mensile che i consiglieri regionali della Sardegna potrebbero riscuotere al compimento dei 65 anni se rimasti in carica per soli cinque anni, ma l’età potrebbe scendere fino ai 60.
L’introduzione – secondo la capogruppo M5s Desirè Manca – è prevista nella bozza di proposta di legge per il ricalcolo dei vitalizi su base contributiva illustrata dal presidente del Consiglio Michele Pais. In pratica, attacca la consigliera pentastellata, “la maggioranza di governo della Regione Sardegna con una manovra di berlusconiana memoria cerca di introdurre la cosiddetta indennità differita”.
Quindi, spiega, “accade che in un provvedimento teso al contenimento della spesa, la stessa aumenti di 1.149.984,00 euro all’anno, per arrivare per l’intera legislatura alla bella cifra di 5.749.920,00 euro”. Manca sottolinea di non aver apposto la firma che avrebbe portato il provvedimento in Aula con la procedura d’urgenza. “Si tratta di un privilegio inaccettabile e vorrei fosse chiaro che non lo voteremo mai, non siamo qui per regalarci privilegi ma per difendere i cittadini”, assicura.
La consigliera ricorda di averlo sottolineato già una settimana fa, quando la bozza è stata illustrata per la prima volta da Pais nella conferenza dei capigruppo: “Sono stata l’unica”, dichiara oggi all’ANSA. Nella riunione odierna anche le altre forze dell’opposizione hanno sollevato la questione. E così la proposta non entrerà direttamente in Aula con la procedura d’urgenza ma dovrà passare prima in commissione Riforme. Subito all’attacco il portavoce del centrosinistra Massimo Zedda. Lo fa con un post su Facebook: “La prima proposta di legge della maggioranza leghista e sardista, illustrata ai capigruppo dal presidente del Consiglio regionale, riguarda il ripristino, comunque lo si voglia giustificare e definire, degli assegni vitalizi da riconoscere ai consiglieri. Non la continuità territoriale, non la vertenza latte, non il porto canale di Cagliari, ma dopo tre mesi la prima legge è per le pensioni dei consiglieri regionali. Dicono sempre: prima gli italiani, prima i sardi. Ma la verità è che pensano solo a se stessi”.
“Viviamo un momento storico dove la politica si deve riavvicinare alla vita reale, non il contrario con ulteriori privilegi”, gli fa eco Eugenio Lai di Leu.
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