C’è maretta, a voler essere buoni, all’istituto dei ciechi di via Nicolodi a Cagliari. Da due mesi i corsi sono in “stand-by” per una decisione assunta dal commissario straordinario Alfio Desogus. Per seguire i corsi di informatica o per la digitalizzazione dei libri – indispensabile per un non vedente – bisogna riempire tante voci, Isee incluso, in un fogliettino. “E, di conseguenza, pagare”, spiegano i parenti di un gruppo di non vedenti che hanno deciso di uscire allo scoperto e raccontare il “caos” che stanno vivendo a Casteddu Online. Andrea Ferrero è uno di loro: “Facevamo i corsi di alfabetizzazione informatica individuali e personalizzati ma, da quando è arrivato il nuovo commissario straordinario tutto è stato bloccato. Le nostre richieste di spiegazioni sono cadute nel vuoto”. Conferma la situazione critica anche Romina Cambedda: “Ho iniziato a frequentare l’istituto dei ciechi nel 2006, in contemporanea con l’inizio dell’Università e ho seguito i corsi di alfabetizzazione informatica. Non sapevo nemmeno accendere un pc”, confessa la giovane non vedente, “adesso invece sono totalmente autonoma. È un qualcosa di importante anche perché può servire nel mondo del lavoro, basta ricordare che lo stesso Comune di Cagliari ha promosso il telelavoro”.
Un’altra ragazza che frequenta, tra mille difficoltà, la struttura di via Nicolodi è Silvia Putzolu: “Ho 31 anni e ci vado dai tempi delle superiori. Mi sono laureata in Giurisprudenza, grazie al lavoro di chi opera all’interno dell’istituto dei ciechi mi è stato possibile avere a disposizione libri e cd” ovviamente digitalizzati, “ora non è più così”. E l’appello, i ragazzi e le ragazze non vedenti, lo lanciano al neo sindaco Paolo Truzzu: “Nel cda interno c’è anche un membro del Comune, Truzzu deve interessarsi e parlare con l’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu per fare in modo che l’istituto possa riprendere tutte le attività fondamentali per noi disabili visivi”.
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