Chi dice che ha resistito in giudizio per difendere il seggio fa solo “un’insinuazione malevola, gratuita e ingiustificata”. Dopo le polemiche dei giorni scorsi, tutte interne al M5s, la consigliera regionale pentastellata Carla Cuccu interviene sulla sua decisione di costituirsi in giudizio contro il ricorso sulla legge elettorale della Sardegna discusso due giorni fa e respinto ieri dai giudici amministrativi del Tar.
“Per modificare una legge regionale l’organo giuridico preposto è il Consiglio regionale e non il Tar – spiega oggi in una nota – e, per l’appunto, con i colleghi del gruppo M5s ho firmato la proposta di legge di modifica della legge elettorale”. L’insinuazione a cui l’esponente M5s fa riferimento è quella del collega di partito, il senatore Gianni Marilotti, che aveva definito “contradditoria” la posizione di Cuccu, specie perché il ricorso presentato dai comitati sardi per la democrazia costituzionale contestava anche la mancata elezione del terzo candidato alla presidenza della Regione, Francesco Desogus.
La consigliera, invece, sottolinea che “nonostante la strumentale insinuazione circa la finalità per cui mi sarei costituita in giudizio, sarebbe comunque invariata la mia posizione in seno al Consiglio regionale ed il mio seggio non verrebbe, comunque, travolto”. Questo perché è entrata nell’Assemblea sarda con un quoziente pieno e non con i resti. La resistenza in giudizio era stata sottolineata anche in un post su Facebook dei cinque colleghi consiglieri: “Il resistere in giudizio esprime una posizione personale della Consigliera e non rispecchia la posizione del M5s regionale, prova ne sia che come primo atto abbiamo protocollato una proposta di modifica della legge statutaria proprio per superare le odiose adesioni tecniche e per dare il giusto diritto di tribuna ai candidati che superano la soglia di sbarramento”.
Un post che, secondo la consigliera, “sebbene scritto in modo da ingenerare dubbi interpretativi (così come infatti accaduto), voleva significare che il mio costituirmi era da intendersi come persona fisica e non come rappresentante politico del M5s”.
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