Paola di Pirri: “Mi sono sposata a Bonaria nel 1978 offrendo 50mila lire, 200 euro non sono tanti” Casteddu On line

Oggi si ragiona in euro, “ieri” invece in lire. Nel caso di Paola Marini, ex impiegata postale cagliaritana ma da sempre residente a Pirri, si tratta di un “ieri” lungo quarantuno anni. “Nel 1978, quando avevi 24 anni, mi sono sposata con  il mio Francesco a Bonaria. Mia madre aveva donato al prete cinquantamila lire, una cifra importante”. Altri tempi, sul finire degli anni Settanta 50mila lire non erano certo caramelle, ma tant’è. La gioia di convolare a nozze e di poter dire “sì” nella basilica con vista panoramica sul mare, per Paola, è stata davvero tanta. “Un mio conoscente aveva suonato, durante la messa, l’Ave Maria di Schubert col violino, il matrimonio si era svolto, proprio come oggi, a chiesa più piccola”, ricorda la donna. Per potersi sposare a Bonaria aveva dovuto “combattere” con il prete della sua parrocchia: “A dai a chiedergli il nulla osta e lui mi disse che la Madonna di Bonaria era ovunque, anche lì a Pirri. Alla fine, però, l’ho spuntata io, pagando”.

E, sul “suggerimento” di offerta di 200 euro proposto oggi dai padri mercedari di Bonaria, Paola Marini non ci trova nulla di strano: “Premesso che già le cinquantamila lire che aveva donato mia mamma erano tante, ma come famiglia potevamo permetterci queste spese, dare duecento euro per sposarsi nella chiesa più bella di Cagliari non è certo tanto, la location merita”.

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Oggi si ragiona in euro, “ieri” invece in lire. Nel caso di Paola Marini, ex impiegata postale cagliaritana ma da sempre residente a Pirri, si tratta di un “ieri” lungo quarantuno anni. “Nel 1978, quando avevi 24 anni, mi sono sposata con  il mio Francesco a Bonaria. Mia madre aveva donato al prete cinquantamila lire, una cifra importante”. Altri tempi, sul finire degli anni Settanta 50mila lire non erano certo caramelle, ma tant’è. La gioia di convolare a nozze e di poter dire “sì” nella basilica con vista panoramica sul mare, per Paola, è stata davvero tanta. “Un mio conoscente aveva suonato, durante la messa, l’Ave Maria di Schubert col violino, il matrimonio si era svolto, proprio come oggi, a chiesa più piccola”, ricorda la donna. Per potersi sposare a Bonaria aveva dovuto “combattere” con il prete della sua parrocchia: “A dai a chiedergli il nulla osta e lui mi disse che la Madonna di Bonaria era ovunque, anche lì a Pirri. Alla fine, però, l’ho spuntata io, pagando”.

E, sul “suggerimento” di offerta di 200 euro proposto oggi dai padri mercedari di Bonaria, Paola Marini non ci trova nulla di strano: “Premesso che già le cinquantamila lire che aveva donato mia mamma erano tante, ma come famiglia potevamo permetterci queste spese, dare duecento euro per sposarsi nella chiesa più bella di Cagliari non è certo tanto, la location merita”.

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