Provati dai quattro giorni di carcere, addolorati, preoccupati per le sorti del figlio. Questo, secondo l’avvocato difensore Marzio Altana che oggi pomeriggio li ha incontrati nel penitenziario sassarese di Bancali, lo stato in cui si trovano i due genitori che sabato scorso sono stati arrestati per aver segregato in casa, nella villetta di famiglia alla periferia di Arzachena, il loro bambino di appena 11 anni, tenendolo chiuso al buio nella sua cameretta, mentre loro – stando al racconto del ragazzino – erano andati ad una festa con gli amici.
I tre si sono intrattenuti in un lungo colloquio per iniziare a fare chiarezza sui fatti che hanno condotto la coppia in carcere con l’accusa di sequestro di persona e maltrattamenti in famiglia. “Sono molto scossi per quanto è accaduto, per la vicenda giudiziaria e per il loro bambino – riferisce l’avvocato Altana – è una situazione complicata, che va affrontata con grande delicatezza”. “Abbiamo dieci giorni per presentare istanza al Tribunale del riesame – spiega il legale – e chiedere la revoca dei provvedimenti cautelari in carcere. E lo faremo”.
Intanto, i carabinieri del reparto territoriale di Olbia, guidati dal colonnello Alberto Cicognani, continuano le indagini per ricostruire il quadro familiare in cui viveva il bambino. I militari hanno raccolto le deposizioni dei nonni e della zia e di altre persone vicine alla coppia e al loro figlio. Il bambino è stato già trasferito in una casa protetta, dove si prendono cura di lui gli assistenti sociali e il personale specializzato del tribunale dei minorenni.
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