Data conclusiva per Luciano Ligabue e il suo Start Tour che lo ha visto protagonista negli stadi italiani per 9 date. Ultima del giro l’attesissima Roma e lo stadio olimpico, e anche questa volta le aspettative non sono state deluse. Uno show tiratissimo e senza pause, per due ore di musica. Intenso il consueto momento acustico, che si apre con una struggente Il giorno di dolore che uno ha.
La scaletta “da stadio” fa ballare e in alcuni momenti commuovere, e l’intesa com il pubblico è totale. Luciano sfrutta costantemente le due passerelle per avvicinarsi ai fan, coinvolgendoli nel canto e spingendoli a lasciarsi andare. Momento a parte della scaletta è l’omaggio a Roma con “La società dei magnaccioni” di Lando Fiorini in versione rock, che Luciano commenta con un “ci abbiamo provato”. La nostalgia da fine tour si fa sentire soprattutto sul finale del concerto, in cui Luciano ringrazia il suo pubblico e tutti coloro che hanno lavorato allo spettacolo.
Gli occhi lucidi del cantautore sono lo specchio dell’emozione che la musica può creare, e i saluti sulle note di “Io in questo mondo” racchiudono il senso del mestiere del cantante: il rapporto con il suo pubblico, che Luciano con gli anni ha reso empatico e vero. Il concerto in uno stadio così bello ma allo stesso tempo dispersivo corre il rischio di allontanare dalla musica stessa, troppo presi dal contorno e dalle migliaia di persone presenti . Eppure, ieri sera, si respirava solo voglia di festa e di libertà, tornando poi a casa con il sorriso sulle labbra e gli occhi lucidi anche noi.
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