Segreterie nazionali dei sindacati in campo per salvare i posti di lavoro al porto canale di Cagliari. Cgil, Cisl e Uil, sia con i vertici, sia con i responsabili di categoria chiedono al premier Giuseppe Conte e ai ministri del Lavoro e del Sud Luigi Di Maio e Barbara Lezzi un incontro urgente.
Tutto nasce dalla procedura di licenziamento avviata dalla Cict, principale terminalista del traffico container dello scalo industriale del capoluogo, nei confronti di 210 addetti. Ma la situazione è critica anche per altre aziende che operano nel porto: si parla complessivamente di circa 350 lavoratori a rischio più indotto.
Chiaramente l’occupazione passa per il rilancio dello scalo marittimo che, negli ultimi anni, ha visto diminuire notevolmente traffico e container. L’incontro quindi – spiegano i sindacati – ha come primo obiettivo quello di scongiurare i licenziamenti intimati. E insieme quello di “avviare una discussione che abbia la visione completa delle situazioni presenti nei terminal portuali italiani e per pianificare strategie ed azioni condivise inerenti lo sviluppo occupazionale e l’incremento di transito delle merci come ulteriore elemento di sviluppo economico del nostro Paese”.
È una corsa contro il tempo. Da un lato c’è la data del 31 agosto indicata come quella della possibile cessazione delle attività della Cict.
I tempi, però, potrebbero essere più stretti: l’Authority portuale potrebbe essere costretta – per legge – a decretare la decadenza della concessione al terminalista.
Il tema del rilancio del porto è poi legato a un altro fattore: il ripristino delle autorizzazioni paesaggistiche, un problema rispuntato fuori negli ultimi mesi in seguito a una sentenza del consiglio di Stato. Anche in questo caso la decisione definitiva spetta alla presidenza del consiglio dei ministri.
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