La clinica israeliana ha già comunicato a Paolo Palumbo, giovane chef sardo malato di Sla, l’impossibilità di ammetterlo al trattamento “Brainstorm”. Una possibile cura per la sua malattia che è svanita nel nulla, con Palumbo che, in modo netto, spiega che “mi sono trovato vittima di un raggiro: qualcuno si è preso gioco di me e delle mie condizioni fingendosi un medico della clinica dove avrei dovuto sottopormi alla cura sperimentale, e ad un mese dalla notizia della mia ammissione al protocollo, l’azienda produttrice del farmaco si è dissociata dalla situazione. Con tutta la buona volontà, il gentile personale della clinica mi ha comunicato l’impossibilità di ammettermi, quindi non potrò usare i fondi da voi generosamente donati per guarire”. Ma l’oristanese che detiene il “triste” record di essere il più giovane malato di Sla di tutta l’Europa, ha già pensato a come poter utilizzare i tantissimi soldi raccolti. “Voglio finanziare attività ricreative e di accoglienza per persone disabili e malati di Sla: da malato, conosco ciò che manca alle persone che si trovano in condizioni difficili, e so quanto sia importante trovare un luogo in cui per un po’ ci si possa dimenticare della propria difficile condizione almeno per qualche ora o giorno. Vorrei quindi realizzare una struttura ricettiva atta ad accogliere persone diversamente abili ed i loro accompagnatori”.
C’è già un’associazione, creata e registrata da Palumbo “presso l’Agenzia delle Entrate”, si chiama “Finalmente Abili ETS”. Le finalità sono “civiche, solidaristiche e di utilità sociale. Se non foste d’accordo con questo utilizzo dei fondi, sul quale vi terrò costantemente aggiornati, potrete richiedere la restituzione immediata della vostra donazione entro il 23 luglio, dopo tale termine procederò con la destinazione delle donazioni all’associazione ed inizieremo i lavori di progettazione e costruzione della struttura ricettiva”, avvisa Palumbo. “Coloro che hanno donato su Gofundme, se vorranno la restituzione della donazione, potranno richiederla tramite questo link. Grazie ancora per tutto il vostro amore, mi avete fatto respirare un po’ di quella libertà che la malattia mi ha tolto”.
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