Una ipotesi di bancarotta per il crack della Keller, fallita nel 2014 con 81 milioni di euro di debiti, ma anche una di peculato per un aumento di capitale da 3 milioni di euro di soldi regionali messi a disposizione dalla Sfirs (la finanziaria della Regione Sardegna) nel 2008, quando l’industria che fabbricava e eseguiva le manutenzioni di vagoni per treni avrebbe dovuto realizzare 15 convogli per l’Iran.
Risorse che alla fine sono finite nel nulla. Sono le imputazioni contestate dal sostituto procuratore Andrea Vacca che ha chiuso l’indagine sull’ex fabbrica metalmeccanica di Villacidro, notificati ieri dai militari della Guardia di Finanza che hanno lavorato all’indagine. Nove le persone iscritte nel registro degli indagati, tra questi spiccano Stefano Aldovrandi e Antonio Graziano Tilocca, il primo ex amministratore delegato della Keller e il secondo ex numero uno della Sfirs.
Per la Procura i 3 milioni di euro concessi dalla finanziaria sarebbero arrivati prima che la Regione desse approvasse il finanziamento e senza la certezza della finalità pubblica. Gli altri sette indagati – a vario titolo e ognuno per specifiche contestazioni – sono ex vertici del management della Keller: Gianfranco Borghini, Giovanni Pagnoni, Antonio Boncompagni, Giovanni Cappotto, Piero Mancini, Paolo Piombini e Sergio Zanarini. Ora gli avvocati dei nove indagati potranno ottenere la visione degli atti del fascicolo e decidere se fare interrogare i propri assistiti prima che il pm decida sul rinvio a giudizio.
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