Cagliari, i sorrisi amari dei migliori laureati premiati con 1000 euro: “Il lavoro? Qui non c’è” Casteddu On line

Mille euro tondi tondi per aver terminato il corso di laurea nei tempi e aver conseguito il massimo dei voti, cioè 110 e lode. L’Università sceglie di premiare, anche quest’anno, i migliori giovani laureati di questa o quella facoltà: c’è chi ha in tasca una triennale di Biologia, di Informatica o di Scienze politiche. “Non arrendetevi mai, non siate mai mediocri e mantenete l’entusiasmo e la grinta che avete, perchè la Sardegna e l’Italia hanno bisogno di questo”, dice la rettrice Maria Del Zompo mentre, uno dopo l’altro, premia i ragazzi e le ragazze “brillanti” dell’Ateneo. Certo, c’è chi magari si prenderà un anno sabbatico o sta già definendo l’iscrizione per la laurea magistrale a Cagliari, ma una buona fetta di chi si è ritrovato in tasca il bonus di mille euro ha la testa proiettata altrove. Italia? Sì, ma soprattutto estero. Tra un esame e l’altro c’è chi è riuscito a fare qualche lavoretto, chi ringrazia mamma e papà per avergli pagato gli studi e chi ha già fatto qualche esperienza in altri Paesi.

 

Andrea Corda, 22enne di Iglesias, per esempio, laureato con lode in Informatica: “Ho fatto un periodo di studio in Spagna, a Barcellona. Lì ho avuto un contratto a tempo indeterminato come sviluppatore, poi però sono andato via dall’azienda e ho aperto una start-up. Lavorare a Cagliari? Ho provato, ma mi hanno sempre proposto troppe ore da fare e pochi soldi”, racconta. Un’altra laureata con lode massima è Laura Ermellino, futura biologa, 25enne di Monserrato: “Il mio sogno è fare la ricercatrice biomedica, qui abbiamo delle opportunità ma servono maggiori finanziamenti per la ricerca, proseguirò i miei studi all’estero. Ho appena vinto una borsa di studio per un progetto di ricerca, andrò o in Olanda o in Irlanda”. Roberta Cancellieri, 22enne di Quartu, laurea in Scienze politiche e relazioni internazionali e mille euro in tasca: “Questa è la mia strada, il corso mi è stato pagato dalla mia famiglia. Adesso studio a Padova, ho già finito il primo anno della magistrale. Il futuro? Voglio lavorare con i bambini nel campo dei diritti umani, potrei lavorare sia in Italia sia all’estero. Lavorare in Sardegna? Un sogno, ci sono dei limiti, in primis per gli spostamenti”.

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