Sigilli alla “villetta degli orrori” nella campagne vicino ad Arzachena, dove la notte del 29 giugno i carabinieri avevano salvato un bambino di 11 anni, tenuto segregato nella sua stanza, e arrestato i genitori per sequestro di persona e maltrattamenti in famiglia. I militari del Reparto territoriale di Olbia hanno eseguito ieri il provvedimento di sequestro della casa, emesso dal gip del Tribunale di Tempio, Caterina Interlandi, su richiesta della Procura.
In quella villetta secondo i pm Luciano Tarditi e Laura Bassani, cui il procuratore capo Gregorio Capasso ha affidato le indagini, potrebbero essere raccolte altre prove dei soprusi subiti dal bambino. La notizia, anticipata da un noto quotidiano sardo, è stata confermata dagli inquirenti che hanno già in mano il diario del piccolo, dove sono annotate tutte le punizioni che i genitori gli infliggevano per “educarlo”, e un tubo di gomma che secondo quanto raccontato dall’undicenne, veniva usato per picchiarlo.
Intanto il papà e la mamma del bambino restano in carcere a Bancali: l’avvocato difensore, Marzio Altana, ha scelto di non presentare istanza di scarcerazione al tribunale del riesame e valuta una diversa linea di azione, proprio in base agli elementi probatori. Il bambino, che la notte del 29 giugno aveva telefonato ai carabinieri per chiedere aiuto dopo essere stato chiuso a chiave nella sua stanza, senza letto, senza luce, e con un secchio dove fare i bisogni, perché i genitori erano andata al saggio di danza di una nipotina, resta ospitato in una casa protetta, assistito da un’equipe professionisti.
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