Il tratto pedonale del Corso Vittorio Emanuele, giovedì 25 luglio 2019, per le “Notti Colorate” organizzate da Il crogiuolo nell’ambito della più ampia iniziativa voluta dall’Assessorato al Turismo del comune di Cagliari, tra le ore 20:30 e le ore 22:00, verrà animato dalla performance “Il passato che rivive” con i Vittoriani itineranti: Anna Orrù, Claudia Carlini, Francesca Perseu, Flora Sicbaldi, Alessandro Casula, Antonello Perseu e con Francesca Urpi, accompagnati dai musicisti dell’Associazione Culturale Symponia.
Alla musica e ai performer Laura Zedda e Alessandro Bordigoni è anche affidato il compito di condurre gli spettatori in via De Magitris, al Teatro Massimo, dove nella sala M3, alle ore 21 – 21:45 – 22:30, andranno in scena le performance: “Palabanda, la rivolta” da Luciano Marrocu con Piero Marcialis, Pier Paolo Frigau, Franco Siddi, produzione Il crogiuolo e “Il carteggio ritrovato” da Elena Mameli Calvino, adattamento di Marco Parodi, con Elena Pau, produzione La Fabbrica Illuminata.
Palabanda è un’azione teatrale incentrata su tre quadri animati da personaggi, alcuni storici altri di fantasia, collegati al tentativo insurrezionale – la “congiura” nella tradizione – di Palabanda. Negli ultimi mesi del 1811 un gruppo di democratici cagliaritani, più esattamente del quartiere di Stampace, tentarono un’azione insurrezionale per rovesciare la Corona, che ancora in quegli anni aveva sede a Cagliari. L’azione fallì ancora prima di iniziare e fu seguita da una repressione che ebbe il suo acme, l’anno successivo, nella condanna a morte, eseguita, del capo della “congiura”, Salvatore Cadeddu. Nella casa di Cadeddu, a Palabanda, un angolo del quartiere di Stampace, si erano svolte le riunioni preparatorie della “congiura” e in questa casa viene messo in scena il primo dei dialoghi teatrali, del tutto immaginari, che si svolge pochi mesi prima della “congiura”.
L’attrice Elena Pau porta in scena la scienziata sarda Eva Mameli Calvino, donna straordinaria nata a Sassari nel 1886.
Il personaggio si racconta attraverso la sua densa biografia. Una donna straordinaria, madre dello scrittore Italo Calvino, appassionata di matematica e botanica. Evelina (come molti la chiamavano) si guadagnò nel 1911 il posto di assistente di Botanica e dopo quattro anni ne ottenne, prima donna in Italia, la libera docenza.
Chi l’ha conosciuta la descrive come una donna minuta, fortemente risoluta e anticonformista. «Il rigore scientifico e morale – aveva detto il figlio Floriano nel 1986, in occasione della intitolazione di una scuola di Cagliari alla madre – era fondamentale per lei nella educazione dei figli, così come l’origine sarda.
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