“La banda operava in questo settore verosimilmente da una decina d’anni e c’era l’intenzione di far arrivare in Italia una ragazzina di meno di 14 anni per farla prostituire su specifica richiesta di un cliente. Li abbiamo bloccati prima che il reato venisse consumato. Pensiamo che il giro di persone coinvolte in questa organizzazione sia più ampio di quelle dieci da noi segnalate alla Procura. Sono in corso approfondimenti per verificare eventuale altre responsabilità”.
Lo ha detto all’Ansa il capo della Squadra Mobile di Nuoro Silvio Esposito, dopo l’arresto a Siniscola di tre marocchini accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e circonvenzione di incapace.
Per le stesse accuse, a vario titolo, potrebbero essere presto iscritti nel registro degli indagati – dal Pm della Procura di Nuoro Giorgio Bocciarelli, titolare dell’inchiesta – una decina di italiani che avrebbe operato a stretto contatto i tre marocchini.
Il cavillo burocratico per far entrare la bambina marocchina in Italia e poi farla prostituire, secondo gli inquirenti, era quello del ricongiungimento familiare con alcuni parenti, a loro volta parenti degli indagati marocchini. Un progetto non isolato, quello di portare in Italia minorenni secondo le risultanze delle indagini, ma che avrebbe potuto avere proporzioni più vaste. Gli investigatori hanno identificato e segnalato alla Procura il cliente che ha chiesto di avere a disposizione la 14enne.
Nuoro, prostituzione e immigrazione clandestina: Polizia stronca organizzazione criminale
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