Una cifra a tre zeri: 134mila euro. 134277,06 per l’esattezza. Soldi che, stando alle accuse, Marcella Pusceddu, 63enne residente a Cagliari e che all’epoca dell’inchiesta ricopriva il ruolo di funzionaria nei dipartimenti universitari di Ricerche economiche e sociali e Storico politico internazionale, avrebbe intascato. Come? Grazie a dei “mandati di pagamento a doppia firma (sua e del Direttore del dipartimento) che lei stessa formava” falsificando le firme o “inserendo una copia fotostatica o riuscendo a farsi firmare questo o quel documento dal direttore con l’inganno. Il pm Gaetano Porcu ha chiuso le indagini, iniziate tre anni fa grazie a una segnalazione che era stata fatta dall’interno dell’Ateneo. La Guardia di Finanza si era poi data da fare andando a verificare tutte le carte “incriminate”. Il denaro che, stando alle indagini, finiva nelle tasche della Pusceddu, veniva giustificato per “spese anticipate quale segretaria dei dipartimenti”, ma per l’accusa si tratta di “spese mai effettuate e mai documentate” e, in altri casi, “rimborsi relativi ad asserite prestazioni da lei personalmente anticipate”, come “progetti finanziati da enti esterni” ai quali però “non aveva mai partecipato personalmente o addirittura a progetti inesistenti”. Nelle carte prodotte dagli investigatori, ancora, viene fatto notare come la 63enne avrebbe inserito “a bilancio nei sistemi informativi dei due predetti dipartimenti, poste fittizie, per creare così delle entrate relative a tali progetti di ricerca”, giudicati “inesistenti”, le “relative somme di denaro”.
LA DIFESA – Di tutt’altro avviso l’avvocato difensore di Marcella Pusceddu: “Durante l’attività svolta per oltre 30 anni presso i dipartimenti Dres (Dipartimento Ricerche Economiche e Sociali) e Dispi (Dipartimento Storico Politico Internazionale ) dell’Università di Cagliari, la signora Pusceddu si è sempre attenuta alle norme vigenti e ai regolamenti amministrativi contabili vigenti nell’Ateneo. Tutti gli atti erano regolarmente firmati dai direttori,ed i mandati di pagamento venivano firmati prima dai direttori e poi dalla Pusceddu”, spiega il legale della donna, Massimiliano Marcialis. Le cancellazioni/imputazioni dei fondi, degli impegni e degli accertamenti sono state approvate dai Consigli di dipartimento di entrambi i dipartimenti interessati” e, inoltre, “le uscite e le entrate rientravano in bilanci consuntivi regolarmente approvati dai Consigli di dipartimento. I mandati emessi a favore di Marcella Pusceddu sono emessi in qualità di segretario e delegato alla tenuta del fondo economale, quale reintegro di spese per cassa”. Queste, in sintesi, le ragioni che stanno portando il legale a scrivere una memoria difensiva che dovrà presentare entro venti giorni. Poi, l’ultima parola spetterà al pm.
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