Dopo l’annuncio da parte del presidente della regione Solinas riguardo alla realizzazione di nuovi complessi ospedalieri da dislocare sul territorio sardo, si manifestano le prime reazioni da parte degli amministratori locali e dei cittadini. A esprimere la sua posizione a riguardo è anche Elvira Usai, sindaco di San Giovanni Suergiu, centro del Sulcis Iglesiente, una delle zone forse più colpite dai tagli e dalle riforme sanitarie precedenti.
“In su populu sa pasientzia cuminzara a mancare.
Il 2 agosto il presidente della conferenza socio sanitaria, la collega Paola Massidda (primo cittadino di Carbonia), ha inviato una richiesta di incontro all’assessore alla sanità Nieddu da parte dei sindaci del nostro territorio. Ad oggi tale richiesta è ancora inascoltata. Mi fa piacere apprendere che nel Sulcis Iglesiente si costruirà l’ospedale unico, moderno e altamente specializzato. I miei cittadini però mi chiedono:
– esistono un progetto esecutivo e un finanziamento?
– i soldi sono quelli del tesoretto del Ministero della Salute di cui circolano indiscrezioni?
– i soldi in questione saranno incanalati solo sull’ospedale unico o abbiamo la speranza che siano anche utilizzati per riamodernare i nosocomi sulcitani esistenti?
– nel frattempo, perché ci vorranno almeno dieci anni per fare entrare il primo paziente nel nuovo ospedale, siamo destinati noi cittadini sulcitani ad avere ancora servizi sanitari precari, talvolta inesistenti e a continuare a spostarci a Cagliari per farci curare?
Perché, cari concittadini e amici del territorio, io continuo ad avere forti timori che anche i servizi salvavita li stiano lentamente smantellando. Qualcuno può obiettare che l’ecografo in cardiologia, promesso dalla precedente giunta, non è operativo? È vero oppure no che nel reparto di emodinamica mancano cardioline e altri farmaci e pure i carrelli per le medicine? È vero o non è vero che i cardiopatici sono costretti a farsi 5 piani di scale perché gli ascensori del Sirai non funzionano?
Il mio pensiero ricorrente – specifica Elvira Usai – è che nel Sulcis oltre che di fame, stiamo morendo anche di insufficiente assistenza sanitaria. E non credo di inventare nulla: tutti i giorni io parlo e sono a contatto con la disperazione dei miei concittadini”.
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