Mai come in questi ultimi tempi le tematiche legate al rischio geologico hanno avuto un impatto così rilevante nella società e nell’attività politica del nostro Paese. Per tale motivo si stanno finalmente mettendo in gioco risorse importanti sul rischio frana, alluvioni, sismico e vulcanico.
“La Sardegna è pienamente inserita in queste dinamiche e constatiamo con favore come su tali rischi si stiano investendo finanziamenti importanti, senza precedenti: è di Luglio 2019 il bando per lo studio di dettaglio e approfondimento del quadro conoscitivo della pericolosità e del rischio da frana di 6 (Sulcis, Tirso, Liscia, Posada-Cedrino, Sud Orientale, Flumendosa-Campidano-Cixerri) dei 7 “sub bacini idrografici” con cui la Sardegna viene concepita dal punto di vista dell’Assetto Idrogeologico, con una cifra di oltre 570 mila euro, e si sta provvedendo all’attivazione del Repertorio Regionale delle Frane, con oltre 700 mila euro.
Anche l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) si stia attivando per l’aggiornamento in Sardegna dell’Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia (IFFI), datato ormai 15 anni circa, con un finanziamento (a valere su fondi del Ministero dell’Ambiente) che al momento parrebbe quantificarsi in circa 250 mila euro.
Nel complesso dunque si potrebbe contare su una cifra di circa un milione e mezzo di euro per lo studio sistematico delle frane e del rischio frana in Sardegna, una cifra senza precedenti.
Proprio alla luce di queste disponibilità ravvisiamo criticità importanti sulle modalità operative di utilizzo di questi finanziamenti, che abbiamo doverosamente segnalato in un recente incontro nell’ambito della cosiddetta “cabina di regia” per il Repertorio Regionale Frane. Tali criticità a nostro avviso sono legate ad una cultura geologica ancora carente nei livelli decisionali e talora troppo burocratica; seppur condividendo su alcune necessarie sovrapposizioni tra i diversi progetti in campo, questi nel complesso sembrano impostati per procedere separatamente l’uno dall’altro, con evidente ed elevata probabilità che si creino doppioni ed un conseguente spreco di risorse pubbliche.
A nostro avviso i bandi che seguiranno questi finanziamenti, pur distinti, dovrebbero essere ricompresi in un unico progetto complessivo, finalizzato ad uno studio organico e delle frane in tutto il territorio regionale basato su metodiche chiare e condivise che i geologi professionisti chiamati ad operare sui diversi progetti possano efficacemente applicare sul campo.
Questa occasione ci consente anche di ribadire la necessità che nel più breve termine, sulla scorta di numerose esperienze regionali italiane, sia istituito un vero Servizio geologico regionale, che darebbe organicità, concretezza e prospettiva alla cultura geologica applicata in Sardegna e consentirebbe ai geologi impegnati nelle istituzioni pubbliche, nell’ambito della ricerca e della libera professione di contribuire al meglio sui temi della pianificazione, della gestione e manutenzione del territorio e, non da ultima, nel campo della difesa del suolo. Le competenze non mancano e crediamo sia necessaria solo la volontà concreta di coinvolgerle efficacemente.
L’Ordine dei Geologi della Sardegna, infine, ribadisce la propria disponibilità ad un approccio propositivo nel costruire una casa comune della corretta pianificazione e gestione del territorio insieme alle altre realtà professionali competenti, al fine di attuare politiche e conseguenti azioni che, confortate dal sapere geologico, facilitino una sempre più responsabile e consapevole convivenza tra uomo e ambiente”.
L'articolo Un milione di euro per lo studio delle frane in Sardegna: “Istituire un Servizio Geologico Regionale” proviene da Casteddu On line.