Il movimento dei giovani per il clima Fridays For Future, ispirato da Greta Thunberg, torna in piazza venerdì in 160 città italiane, per il terzo Sciopero globale del clima, dopo quelli del 15 marzo e del 24 maggio. Sono previsti cortei in mattinata, in genere dalle 10 alle 13, nel centro delle città, con un comizio collettivo finale, nel quale parleranno gli attivisti di 173 gruppi locali.
Lo sciopero di venerdì arriva in conclusione della #WeekForFuture, la settimana di manifestazioni per il clima indetta da Fridays For Future in tutto il mondo. La settimana è cominciata venerdì 20 settembre, con manifestazioni in 130 paesi nel mondo: secondo gli organizzatori, hanno coinvolto 4 milioni di persone complessivamente.
La maggior parte degli Stati hanno tenuto lo sciopero nazionale il 20: folle oceaniche si sono viste negli Stati Uniti, in Germania (1,6 milioni di manifestanti secondo FFF) e in Australia. Gli attivisti italiani hanno scelto di fare lo sciopero il 27, insieme ad altri 26 paesi: Nuova Zelanda, Thailandia, Myanmar, Mali, Eswatini, Gambia, Sudan, Arabia Saudita, Yemen, Ungheria, Slovenia, Grecia, Olanda, Belgio, Svizzera, Svezia, Spagna, Portogallo, Canada, Isole Vergini (Usa), Argentina, Venezuela, Aruba, Ecuador, Guam, Honduras. A Montreal in Canada sarà presente anche Greta Thunberg.
In Italia, nei giorni scorsi il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti (M5S), ha mandato una circolare ai presidi invitandoli a giustificare le assenze degli studenti che partecipano allo sciopero per il clima.
In liceo Roma “emergenza ambientale”, studenti giustificati. Venerdì gli studenti del Liceo Classico di Roma ‘Orazio’ che parteciperanno ai cortei per salvare il pianeta sono tutti giustificati. Anche perché la preside Maria Grazia Lancellotti ha dichiarato per l’Istituto “lo stato di emergenza climatica ed ecologica”. Una proclamazione drastica resa nota non solo agli studenti, ma anche ai genitori e al personale scolastico tutto. In virtù di tale dichiarazione, precisa la preside in un documento, il Liceo Orazio si impegna a “ridurre, fino ad eliminare, i consumi di bottigliette di plastica, sostituendole con borracce e distributori d’acqua; promuovere e rispettare la raccolta differenziata, il riciclo e percorsi di divulgazione scientifica; incrementare l’uso di prodotti per le pulizie biodegradabili”. “Al di là di qualsiasi insostenibile negazionismo scientifico, evidenze scientifiche sperimentali e la semplice osservazione empirica, ripetuta nel tempo, mostrano condizioni crescenti di degrado ambientale di tutto quel che riguarda l’ecosistema – scrive ancora la preside -. Conoscenza, consapevolezza e partecipazione democratica sono la miglior garanzia per arginare e, possibilmente, invertire questo processo”.
FFF a Fioramonti, bene giustificazione, ma ora fatti. “Caro Ministro Fioramonti, ci fa piacere il sostegno che ci ha dimostrato e siamo contenti che il tema dell’emergenza climatica sia finalmente di interesse (almeno a parole) per la politica. Ora, però, è necessario che le parole si trasformino in fatti. Queste sono le nostre richieste”. Comincia così un post sul profilo Facebook di Fridays For Future Italia, con il quale il movimento risponde alla circolare del ministro dell’Istruzione che invitava i presidi a giustificare le assenze degli studenti che si recheranno allo sciopero per il clima di venerdì 27. “Aumenti i fondi alla Scuola, all’Università e alla Ricerca per sostenere l’innovazione ecologica e rendere gli istituti scolastici 100% sostenibili – scrivono gli attivisti di FFF -. Riveda i programmi didattici per far sì che evidenzino chiaramente le tragiche conseguenze dell’utilizzo di combustibili fossili. Inserisca in tutti i programmi insegnamenti basati su modelli di sviluppo sostenibile. Interrompa tutte le collaborazioni tra il MIUR e le aziende inquinatrici che non abbiano ancora un piano di decarbonizzazione totale entro il 2025 e un piano esplicito di bonifiche e risarcimento danni (a partire da Eni, FCA, VW, Mc Donalds e molte altre). I presidi non devono applicare sanzioni disciplinari come il conteggio del limite di 50 assenze e la penalizzazione del voto in condotta per chi sciopera il 27 Settembre”. “Il banner al Ministero non ci basta – concludono i ragazzi del movimento di Greta Thunberg -, vogliamo azioni concrete per fermare il cambiamento climatico a partire da scuole e università!”.
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