Cimitero per i feti a Cagliari, il “sì” del centrodestra scatena la polemica Casteddu On line

L’ultima e nuova disputa politica a Cagliari? È sui feti. La proposta del centrodestra che sostiene il sindaco Paolo Truzzu – c’è una mozione firmata da tutti i consiglieri, con in testa Stefania Loi di Fratelli d’Italia – chiede la realizzazione, all’interno del cimitero di San Michele, di un “Giardino dei Sogni” dedicato ai “bambini mai nati”. In pratica, verrebbe data l’opportunità “ai genitori che ne fanno richiesta”, come spiegato dalla Loi, “di poter seppellire i propri morti. C’è anche una questione legata all’elaborazione del lutto prenatale, tante madri ne hanno bisogno. Magari hanno dovuto abortire, o in modo spontaneo o in modo procurato, ma il dolore rimane comunque. I feti andranno dentro delle cassettine, sinora vengono smaltiti come rifiuti speciali”. La mozione – che contiene anche la richiesta dell’istituzione di un “registro dei bambini mai nati” – presto sarà discussa in Aula, ma il centrosinistra è già sulle barricate. C’è un documento – firmato da tutti i consiglieri di minoranza del Pd, di Campo Progressista, di Progetto Comune e di Sinistra per Cagliari – che ha tutto il sapore di una battaglia politica abbastanza lunga.

 

A pubblicarlo è la consigliera Pd Camilla Soru: “I consiglieri e le consigliere della maggioranza al Comune di Cagliari chiedono un ‘registro dei bambini mai nati’ e un ‘cimitero degli angeli’. Previsto, inoltre, il seppellimento degli embrioni anche senza la richiesta dei genitori. Dodici consiglieri dell’opposizione chiedono il ritiro delle mozioni. Istituire un registro dei bambini non nati, sostituire la definizione di legge ‘prodotti abortivi’ in ‘bambini non nati’, creare un’area cimiteriale dove seppellire gli embrioni anche al di sotto delle 20 settimane di gestazione anche senza richiesta dei genitori: sono le proposte contenute nella mozione presentata nei giorni scorsi dal gruppo Fratelli d’Italia al Consiglio Comunale di Cagliari, ma accompagnata dalle firme di numerosi altri consiglieri e consigliere della maggioranza. Le proposte più importanti riguardano proprio il trattamento per gli embrioni di presunta età di gestazione dalle 20 alle 28 settimane e per quelli di età ancora inferiore, non dichiarati morti dall’ufficiale di Stato civile: secondo quanto prevede la legge in vigore”, si legge nel documento, “il Dpr 285 del 1990 “Approvazione del regolamento di polizia mortuaria”, i prodotti del concepimento (quelli di età presunta al di sotto delle 20 settimane) e i prodotti abortivi (dalle 20 alle 28 settimane) vengono trattati dalle strutture sanitarie come rifiuti speciali, a meno che i genitori non facciano esplicita richiesta all’azienda sanitaria regionale per il trasporto e il seppellimento, facendosi anche carico delle spese. La mozione invece propone che ‘il seppellimento debba avvenire anche in assenza di detta richiesta’, e a spese del Comune di Cagliari. Secondo i consiglieri e le consigliere firmatari, che richiamano una circolare del Ministero della Sanità del 1988 ampiamente superata dalla vigente normativa, lo smaltimento attraverso la linea di rifiuti speciali ‘seppur legittimo urta contro i principi dell’etica comune’. Le sepolture di cui si legge nel documento, già garantite nei cimiteri di Cagliari nelle aree che il regolamento sul servizio mortuario comunale riserva ai feti, dovrebbero avvenire in uno spazio denominato ‘Cimitero degli Angeli’ i cui nomi dovrebbero essere segnati in un apposito ‘Registro dei bambini non nati’. Secondo la mozione, l’amministrazione comunale dovrebbe sostituire la definizione di legge ‘prodotti abortivi’ in ‘bambini non nati’. Crediamo che tali proposte, oltre che essere contrarie alla legge vigente, costituiscano una inopportuna intromissione nelle scelte individuali, spesso sofferte e dolorose e dipendenti da condizioni economiche, sociali, sanitarie e comunque sempre personali e intime. ‘Riaffermare nella società civile il diritto-dovere del cittadino di sostenere e difendere la vita sin dal concepimento in tutte le sue esigenze’, come si legge nella mozione, è un principio che mira a limitare la libertà di scelta delle donne in forte contrasto con quanto prevede la legge 194 del 1978 ‘Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza’ che all’articolo 1 recita ‘Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile’. Se questa mozione, a cui i consiglieri firmatari dell’opposizione sono totalmente contrari, dovesse essere discussa e approvata, le donne che scelgono per i più svariati motivi l’interruzione volontaria di gravidanza secondo le modalità previste dalla legge, verrebbero stigmatizzate con una prassi che riconosce lo status e il nome di “bambino” a un embrione”. La Soru, in premessa, afferma che “io, Giulia Andreozzi e Francesca Mulas Fiori stiamo lavorando senza sosta affinché questa mozione non arrivi nemmeno in Aula”.

 

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