“Mia figlia lascia la scuola, ma non per sua volontà”. Poche ma chiare parole, quelle di Rita M., 59enne sassarese, mamma di una ragazza “speciale” che, sino a qualche giorno fa, frequentava una scuola superiore di Sassari. Ma, stando a quanto racconta la donna, “senza fare nulla”. Come mai? “Non ci sono gli insegnanti di sostegno, Giulia (il nome è di fantasia per tutelarla, ndr) passa le ore seduta in classe a guardare gli altri studenti. Non potevo continuare a lasciarla lì”, spiega Rita, contattata da Casteddu Online. “Sono stata costretta a riportarla a casa, per lei è un danno perchè le stanno negando il diritto allo studio. Si parla tanto di inclusione dei ragazzi nelle scuole e le istituzioni non danno i giusti mezzi”. Da ieri, Giulia è insieme alla mamma 24 ore su 24: “Non potevo fare altrimenti. Lancio in primis un appello alla politica, a tutti i livelli. Deve fare qualcosa per garantire che i diritti di tutti vengano rispettati. Purtroppo non è la prima volta che capitano cose simili”, afferma la cinquantanovenne.
Che è pronta a dare battaglia: “Sto pensando di andare a denunciare il tutto ai carabinieri, vediamo se così almeno si smuoverà qualcosa. Mia figlia deve poter andare a scuola ed avere tutto il supporto che le spetta di diritto”.
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