Il profumo antico del pane carasau, di sas cotzulas, delle paneddas chin gherda e dell’ispianata luvulesa appena sfornati, si diffonde nelle case e nei cortili di Lula dove “sas cocchidores” (le donne che cucinano) preparano il cibo primario, quello che da sempre viene considerato il re della tavola e della vita comunitaria in Barbagia: il pane, appunto. Qui il lavoro della panificazione è un rito antico che coinvolge la padrona di casa, le figlie, tutte le donne di famiglia e spesso anche quelle del vicinato.
Un lavoro che inizia all’alba con la preparazione di “sa matriche” (il lievito madre) che prosegue con l’impasto e la stesura della pasta fino alla cottura in forno. Ma ancor prima della panificazione c’è il lavoro di semina e la lavorazione del grano per ottenere la farina. Questa tradizione antica è andata in scena a Lula in occasione di Autunno in Barbagia, la manifestazione itinerante conosciuta come Cortes Apertas promossa dalla Camera di Commercio di Nuoro e dall’Aspen, l’evento-vetrina dei prodotti identitari della tradizione barbaricina nei 32 paesi del circuito. Un appuntamento, che sabato 5 e domenica 6 ottobre, oltre a Lula ha fato tappa a Gavoi e a Meana Sardo, registrando ovunque il tutto esaurito. I visitatori hanno potuto ammirare, nella corte di piazza Sos ballos a Lula, gli antichi strumenti del grano: sa mola (la macina) e gli strumenti per la pulitura “su chilivru (il settaccio).
Nella corte di Mannedda Chessa le donne hanno preparato i vari tipi di pane: “Non esisteva famiglia nella quale non ci si alzasse all’alba per il rito del pane – osserva Cinzia Moreddu, che da sempre lavora in questo settore – Come in tutti i paesi a forte tradizione agropastorale, a ogni pasto il pane carasau spicca sulle nostre tavole. Gli altri pani sono per le occasioni più diverse: s’ispianata è il pane dolce di Lula che viene offerto ai pellegrini di San Francesco, sas cotzulas il pane morbido che si prepara alla fine de ‘sa cotta’ (la cottura) e che si mangia in giornata e si regala ai parenti e ai vicini di casa. Il pane da noi – aggiunge – oltre a essere l’elemento principe dell’alimentazione è anche un momento di condivisione della fatica e si condividono spesso anche i momenti in cui questo cibo si consuma”.
Da Lula a Gavoi un borgo montano nel cuore della Barbagia di Ollolai dove gli ospiti hanno potuto visitare le incantevoli vie del centro storico e ammirato le case in granito arricchite dai balconi fioriti. Gli oggetti della tradizione sono stati esposti a casa Porcu, che raccoglie una notevole collezione etnografica: il costume gavoese, i giocattoli d’un tempo, gli strumenti degli antichi mestieri e la raccolta di strumenti musicali, tra questi spicca su tumbarinu, il tamburo tipico di Gavoi. A Meana Sardo nel Mandrolisai, la manifestazione di Domos Antigas è stato un mix di ospitalità e tradizione per ammirare gli strumenti degli antichi mestieri e gli utensili e i vestiti di un tempo: il tutto accompagnato da buon cibo e vino. Tantissime le degustazioni di “Su pani e saba”, dolce tipico del periodo pasquale e di Su Succu, piatto tipico meanese di fettuccine sottilissime di pasta essiccata che si fa cuocere nel brodo di pecora con l’aggiunta di casu axedu, un tipico formaggio fresco.
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