“Sono omonimo dell’uomo morto mentre ballava al Poetto, la banca stava per bloccarmi il conto” Casteddu On line

Il suo cellulare sta ancora squillando e continuando a ricevere messaggi. Da un giorno, Andrea Bertini – tecnico comunale di 56 anni residente a Torre degli Ulivi – sta vivendo un “incubo”. Ha lo stesso nome, lo stesso cognome e la stessa età dell’uomo morto nella notte tra sabato e domenica mentre stava ballando in un locale del Poetto. Tantissimi suoi amici, conoscenti e colleghi, dopo aver letto il pezzo di Casteddu Online sono scoppiati in lacrime, pensando che si trattasse proprio di lui. E invece, non era lui: “Il mio cognome è tipico della Toscana. Mio padre, mio fratello e mo figlio sono originari di Firenze. Nessuno ha pensato che l’Andrea Bertini morto potesse essere un turista o un’altra persona. Stamattina ho chiamato la direttrice della mia banca, quasi non credeva nel sentire la mia voce. Mi ha comunicato che, da prassi, stava per sospendermi il conto in via cautelativa, pensando fossi morto”. Una storia che sarebbe definibile “curiosa”, se dietro non ci fosse una tragedia, cioè la morte improvvisa di un essere umano. “Mia moglie fa l’insegnante, stamattina a scuola tutti i suoi colleghi le stavano facendo le condoglianze, dicendole che non avevano avuto il coraggio di fargliele, ieri, al telefono”. Se qualcuno l’avesse fatto, magari poi avrebbe potuto avvisare con dei messaggini tutti gli altri, evitando l’effetto-valanga”.

 

“La batteria del mio cellulare si è squagliata, ho ricevuto tantissime telefonate. Ancora adesso c’è chi pensa che io sia morto. Alcune persone mi hanno incrociato poco fa per strada e hanno sgranato gli occhi”, racconta il 56enne, “le mie colleghe del lavoro, ieri, hanno girato tutte le camere mortuarie degli ospedali”. Ma Andrea Bertini, fortunatamente, stava “riposando”, sì, ma a casa sua.

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